BUON NATALE 2024
In tempi difficili questo giorno diviene motivo di profonda riflessione interiore
Antonio Sisana
Siamo arrivati all’estate, la stagione che esprime al meglio la produttività del creato, che mostra e dona i frutti della natura in modo quasi esagerato. È un brulicare di fiori, piante, prodotti commestibili, ronzare d’insetti, impollinare d’api, voli e canti d’uccelli, albe e tramonti da favola, sole che brucia e temporali che sorprendono. Colori per gli occhi, odori forti per l’olfatto, musiche infinite per le orecchie, sapori ricchi di zucchero e d’acqua, molteplici esperienze palpatorie. I sensi sono in festa, il corpo cerca sentieri ed espressioni per faticare e divertirsi, la mente è ricca di pensieri e le emozioni sono fervide e fluttuanti. Anche lo spirito gioisce perché tutto si manifesta, tutto è in connessione, corpo ed anima, mente e spirito.
L’estate della vita cristiana non si scinde dalla natura, dal quotidiano. Non abbiamo feste così significative, come la Pasqua della Primavera o il Natale dell’Inverno, ma in questa stagione siamo invitati alla manifestazione esteriore e festante della nostra fede. Molte sono le occasioni in cui i riti e le funzioni religiose si svolgono all’aperto: nelle malghe, nelle chiesette o eremi di montagna, nelle feste patronali, nelle gite d’oratorio. Nel percorso che ci porta a queste manifestazioni camminiamo per sentieri, osserviamo la natura, ci sentiamo più vicini, più fratelli e sorelle. Una messa in alta quota, dopo qualche ora di cammino, con vicino l’odore della polenta e della carne che cuoce sulla piastra sanno unire quotidianità e spiritualità con grande forza.
In Primavera abbiamo festeggiato la gioia della Resurrezione e l’Estate diventa periodo in cui questa forza, questa nuova energia che è entrata in noi, si deve esprimere nell’incontro, nella condivisione, nel vivere. La natura fuori, attorno e dentro di noi è tutta feconda, così il nostro esprimerci. Che belli questi momenti, questi incontri, questo ritrovarci tra gente del posto e turisti, all’aria aperta, in mezzo al verde, tra le vie appena scure ma tiepide del paese!
A Ferragosto festeggiamo l’ascendere in cielo di Maria, il momento culmine dell’esistenza della madre di Gesù. Un vita, la sua, che forse abbiamo eccessivamente mitizzato, resa colma di purezza, immacolatezza, spiritualità e povera di tangibilità umana. Forse per il bisogno di colmare l’assenza di componente femminile nella figura del nostro Dio. Alcune religioni, ed anche la nostra nelle sue origini, hanno importante consapevolezza nell’aspetto materno del Creatore; anzi pensando alla Deità essa è più femminile che maschile.
Ebbene, quale momento migliore dell’estate per ritrovare e riscoprire questa “componente” feconda e creativa, accogliente, amorevole e misericordiosa? Non solo un Padre che giudica, guida ed esprime la sua potenza, ma una Madre che ama in modo incondizionato, che perdona e che accoglie, che ci tiene in braccio e ci accarezza. Una Madre che è anche donna, terra umida e fertile ove i semi della creatività morendo portano frutti e costruiscono un futuro al nostro presente.
L’estate del Cristiano è anche l’incontro con la Madre ritrovando l’esperienza dell’amore, del perdono, del ricominciare, dell’assenza di giudizio, dell’offrire la propria forza creativa in unione e cooperazione per un vero bene comune.
Auguro a noi tutti una stagione interiore ed esteriore ricca di questi incontri.
Questo pezzo è pubblicato sul Bollettino Parrocchiale di Bormio estate 2013.
In tempi difficili questo giorno diviene motivo di profonda riflessione interiore
Conferenza al Negozio Leggero a Bormio venerdi 2 Agosto 2024
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