Il vecchio del bosco - Nella natura per guarire

Si tratta dell’ottava pubblicazione di Antonio, quattro anni dopo “Sette passi per un mondo migliore” ed è un ritorno al genere romanzato. Inaugura la collana “EquiLibri” della casa editrice Alpinia di Bormio.

Sette passi per un mondo migliore

Tale collana si presenta come “dedicata a chi viaggia per viaggiare, non per arrivare; agli equilibri instabili di uno stormo coerente e fluido, figlio di una volontà collettiva, in cui nessuno conduce e nessuno segue. La nuova collana EquiLibri è animata dal desiderio di ispirare nuovi modi per pensare la relazione tra l’uomo e la natura.” Tale romanzo, quindi, si colloca proprio a pennello su questa traccia della collana EquiLibri in quanto imperniata sulla relazione fra esseri umani, tra essere umano e se stesso/a e proprio tra l’essere umano e la natura. Tutto questo si colloca in un periodo, da marzo 2020 a marzo 2021 in cui la nostra vita ha subito una sostanziale rivoluzione negativa con l’arrivo della pandemia da Covid-19. Un periodo che ci ha portato ad un brusco cambiamento delle nostre abitudini e ci ha obbligato a fare i conti con chi siamo, cosa vogliamo e dove stiamo andando. Antonio ci offre la sua esperienza aiutato da una persona che incontra proprio in questo periodo, il Vecchio del Bosco, attorniati entrambi da tanti loro amici ed amiche, esseri minerali, vegetali ed animali.
Da segnalare la presentazione di Michele Giovagnoli nelle prime pagine del libro che dice: "E' scritto bene il testo di Antonio, ma soprattutto è un testo vero, pulito e genuino. Ogni capitolo è una carezza data al tronco di un Albero Maestro, alcuni riscaldano e raccontano, altri attendono risposte. Poi ci sono quelli che sanno entrare ed uscire senza farsi notare. Con la più alta eleganza, lasciano un velo di consapevolezza in più sull'anima. Grazie Antonio, davvero un gran bel testo!" (michelegiovagnoli.com)


Scheda del libro

Marzo 2020: come in un’improvvisa frenata la corsa delle nostre vite viene interrotta senza preavviso. Confusione e paura alterano i nostri falsi equilibri, distruggono le certezze e dilatano il tempo. Una nuova realtà accomuna l’umanità mantenendola però distante, divisa. In questo tempo, alterato dalla pandemia, le nostre strutture interiori vengono messe in discussione e siamo costretti a trovare risposte alternative per raggiungere nuovi equilibri. Antonio Sisana, durante il lockdown, riscopre se stesso nella Natura incontrando gli esseri che popolano il suo bosco interiore e parlano direttamente al cuore. Piante, fiori, animali e i preziosi insegnamenti del Vecchio del bosco spingono l’autore a scoprire nuove certezze e stimolano antiche domande. Il Vecchio del Bosco ci racconta di questi giorni tempestosi e tristi dove la tragedia diventa occasione, dove ogni incontro diventa dialogo, ove la vita si mostra per quello che è: fantastica, crudele, sincera.

«Chi aveva vissuto quel tempo come un problema, una catastrofe, un incubo da dimenticare, ora doveva superare una sconfitta. Chi invece aveva vissuto quel tempo come un’occasione, un ripensamento, un recupero di se stesso, ora cominciava una nuova vita».

Come è nato

Questo romanzo nasce e si struttura soprattutto nel periodo definito di “lockdown” ove siamo rimasti rinchiusi in casa sotto la tempesta della Pandemia da Covid-19, da fine marzo a giugno del 2020, per poi concludersi con altre aggiunte nel marzo 2021. In questo periodo Antonio vive la sua sconvolta quotidianità come tutti rinchiuso in casa con qualche uscita nel bosco vicino a casa e qui avvengono incontri che cambiano sostanzialmente la sua posizione riguardo alla situazione ed alla vita. Camminando per sentieri dialoga con alberi che incontra per la prima volta, come il Salice, la madre Ciliegio, I Meli Selvatici, gli amici Abeti, o vecchie conoscenze come l’amica Betulla, il Ciliegio cantastorie, Il saggio Sorbo degli Uccellatori, il grande Acero; incontra animali come la Volpe, i Caprioli, Cani, Scoiattoli ed uccelli come il Picchio, il Cuculo, la Rondine; ma soprattutto incontra il saggio Vecchio del Bosco che con i suoi dialoghi ed insegnamenti scolpisce il cuore e risveglia l’anima di Antonio. I dialoghi, gli incontri, la quotidianità e le profonde riflessioni di quel periodo convergono e si strutturano in questo romanzo che ne rappresenta sunto, approfondimento, confessione e soprattutto storia da raccontare a chi vuole stimoli per rinnovare la visione di se stesso e della vita.

In confidenza

In questo romanzo c’è tutto quanto ho vissuto e sentito in questo ultimo anno, un periodo drammatico e fantastico per ognuno di noi. La drammaticità della pandemia che ha sconvolto la nostra esistenza, ci ha portato ad uno stile di vita lontano dall’essere umano, ci ha diviso, distanziato, allontanato e rinchiuso dentro i muri domestici bombardati da notizie ed immagini di grande dolore e paura. La fantasticità di un’occasione potente, per chi ha saputo cogliere, per ritornare dentro di noi e comprendere realmente chi siamo, cosa vogliamo, dove stiamo e dove vogliamo andare. Ebbene questo processo alchemico si è espresso dentro di me, oltre che in tante altre persone, ed ha cambiato non solo la struttura psicologica ed emozionale, ma anche la mia fisicità. L’incontro con la figura del Vecchio diviene metafora del ritrovare il sentiero del proprio cuore, del mio cuore e quando esso mi parla, ci parla, allora la strada è chiara, diviene la strada Maestra che non solo possiamo seguire, ma dobbiamo, altrimenti diveniamo fantasmi alla nostra esistenza. In confidenza, questo libro è un tuffo nella mia intimità. Confido che si trasformi per il lettore e la lettrice, per te, un tuffo nella tua intimità più profonda, quell’essere divino che sei.

Cosa cerco

Con questo romanzo continuo quel dialogo aperto e riflessivo tra me ed i lettori, le lettrici, quello scambio di esperienze e di punti di vista che rappresenta il vero motivo per cui scrivo. La scrittura è primariamente un’esigenza, una necessità ed una scoperta personale, ma quando diviene opera, romanzo o saggio, è una proposta per chi poi legge al dialogo, alla condivisione, alla riflessione comune, alla critica ed all’abbraccio. In questo momento ne abbiamo necessità ed è questo che cerco. Spero presto di riaprirmi all’incontro umano di questo scambio attraverso biblioteche, librerie, circoli culturali, cerchi, associazioni, parrocchie, case private, bar ovunque abbiano piacere di ospitarmi ed ospitare questo libro. Resto aperto a tutto quanto la rete internet ci offre per mantenere viva questa relazione che sono sicuro, attraverso il libro, si creerà.

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